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Chernobyl 24 anni dopo... |
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Scritto da Redazione di www.belarusnews.it | |
![]() Un ricordo va soprattutto ai liquidatori e alle loro famiglie, il cui intervento è stato decisivo e tempestivo e che con il loro coraggio e il loro senso del dovere hanno impedito che il nocciolo contaminasse la circolazione idrica sotterranea (con ovvie e devastanti conseguenze), anche a distanza di molti chilometri, costruendo il sarcofago, una imponente struttura in cemento armato che contenesse il materiale radioattivo (centinaia di tonnellate) ancora “acceso”. Eppure sotto quel sarcofago, che oggi ha bisogno di una sostanziale ristrutturazione, pulsa ancora il cuore della centrale. E’ un qualcosa di troppo forte, potente e, per molti versi, sconosciuto all’uomo, da incutere ancora più paura. In questo tragico avvenimento l’uomo ha scoperto anche altre realtà, non solo quelle dei conflitti politici, delle ideologie, ma soprattutto d’amore. Molto tempo è passato dall’esplosione del quarto reattore di Chernobyl, ma non dobbiamo, e non possiamo dimenticare. I ragazzi che compongono la redazione di questo sito non erano ancora nati, i nostri genitori hanno vissuto con paura le nostre gravidanze, spaventati dai terribili messaggi che i media trasmettevano, incapaci di comprendere fino in fondo l’atomo e la sua crudele potenza, invisibile, silenzioso e senza odore. Purtroppo le radiazioni attaccarono la natura e con essa l’uomo. Tanti, troppi bambini soffrono ancora oggi per quello che successe allora, ma è proprio per questo motivo che la gente lontana ha cominciato ad impegnare tempo ed energie per porre rimedio, per alleviare le conseguenze di quell’incidente soprattutto nella sfera sociale. Un grazie di cuore a tutti coloro che si sono impegnati per sconfiggere Chernobyl e per aiutare chi ne ha più bisogno. Molto è stato fatto, ma la strada è ancora lunga! Non si può neutralizzare la radiazione, non si possono recuperare le molte vittime, ma si può e si deve cercare di proporre un nuovo tipo di società, più sostenibile e più consapevole in questo mondo “globalizzato”, perché il ridurre le distanze tra popoli e luoghi lontani non deve essere solo un semplice slogan. Chernobyl non è solo Ucraina, Russia o Bielorussia. Ci ha insegnato che il nostro mondo non è poi così grande, immenso, che bisogna tutti rispettare il pianeta, per maturare come persone ed essere in grado di costruire una società veramente integrata, mossa dai valori che le tragiche circostanze di Chernobyl hanno risvegliato. “Chernobyl è un mistero che dobbiamo ancora risolvere, non scientificamente”, come ci ricorda giustamente Svetlana Aleksievic, ma umanamente per le impressioni, i sentimenti delle persone che hanno toccato con mano l’ignoto”. 24 anni dopo Chernobyl, 8760 giorni per non dimenticare, affinché il ricordo di fatti e persone continui a vivere dentro di noi, come un monito imperituro per non incappare ancora in tragici errori già commessi. |
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