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Interessante articolo sulle Adozioni Internazionali in Bielorussia |
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Scritto da Raffaella Candoli | |
![]() Gli ultimi dati resi noti si riferiscono ai primi sei mesi del 2008 con 1.825 autorizzazioni all’ingresso da vari Paesi stranieri per 2.263 bambini; il che significa che sono favorite le adozioni di più minori purchè fratelli. 1.036 sono state le autorizzazioni al proseguimento della procedura e 938 le lettere di presentazione, per un totale di 1.974 provvedimenti; 46 dichiarazioni di disponibilità riguardano la Cina. Il più gettonato tra i paesi stranieri al luglio di quest’anno risultava la Federazione Russa con 67 minori, seguito dalla Colombia con 57 e dal Vietnam con 40. Poi Brasile (dove i tempi di permanenza di entrambi gli adottanti sono tra i più lunghi, superiori al mese), Etiopia e Ucraina. Quest’ultimo Paese ha fissato una quota massima di minori adottabili annualmente, per cui saranno 1453 nel 2008; 300 invece i bambini della Bulgaria che entro l’anno avranno nuovi genitori provenienti da varie parti del mondo. Se dunque per tante coppie che desiderano donare affetto ed educazione ad un bambino, a qualunque razza o etnìa appartenga il sogno, con un’attesa che mediamente si aggira sui due anni, si avvera, sono però anche da registrare difficoltà e terreni perigliosi. In Francia e in Spagna ad esempio, dove le procedure sono più snelle e il supporto della politica è maggiore, si adottano bambini di età sensibilmente inferiore, rispetto all’età media di quelli riservati all’Italia che è di circa 7, 8 anni. Ci sono poi le attese vane e le cocenti delusioni: la Romania ad esempio, ha chiuso le adozioni lasciando inevase decine di pratiche, mentre la Bielorussia, nonostante un accordo bilaterale siglato solo con l’Italia nel marzo 2007, di fatto registra una situazione di stallo, con circa 600 pratiche sospese dal 2004. Il caso risulta particolarmente doloroso perché il Governo della Russia Bianca consente solamente e “risicatissime” adozioni internazionali “mirate”, ovvero ad aspiranti genitori che hanno già conosciuto il minore per averlo ospitato con progetti di risanamento temporaneo. Vale la pena di ricordare che l’Italia, con 28mila famiglie accoglienti l’anno è prima tra i Paesi stranieri in questa gara di solidarietà nell’offrire cure e amore a bambini che ancora subiscono le conseguenze di Chernobyl, e che pur dichiarando di non avere minorenni adottabili nella propria banca dati, risultano 32mila gli orfani che tuttora crescono nei tanti istituti della Bielorussia. “La politica internazionale _ sostiene Giuseppe Carboni, console onorario della Bielorussia in Sardegna _ purtroppo, si muove seguendo altre priorità che non sono i bambini, ma sono invece il gas, il petrolio, le materie prime, e magari oggi la Georgia, l’Ossetia, l’Abkhazia, la partita a scacchi con la Russia. Pensiamo alla decisione UE di escludere la Belarus dal sistema comunitario di preferenze tariffarie generalizzate, ingiustizia che salta agli occhi scorrendo l’elenco degli oltre 100 paesi che invece godono di tali benefici e dove certo le condizioni e i diritti dei lavoratori sono di gran lunga peggiori che in Belarus. Ma sono certo che i rapporti di amicizia tra i due Paesi faranno in modo da ricucire quegli strappi che investono i sentimenti”. |
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