BelarusNews - Portale di Informazione sulla Bielorussia

www.BelarusNews.it

 

Hanno perso i bambini bielorussi e il loro futuro Stampa E-mail
Scritto da Antonio Bianchi   
Facebook!

E’ un momento di grande amarezza per il  mondo del Volontariato che si occupa di Chernobyl e dei bambini bielorussi. E’ arrivato dal governo bielorusso il niet ufficiale all’accoglienza dei bambini orfani sociali se non in strutture, cosa assurda e incompatibile con la Solidarietà italiana e con il buon senso sui bisogni di questi bambini. Scatta quindi la risposta del ministro Ferrero, che si è coerentemente assunto la responsabilità del Governo italiano, per cui a Natale nessun bambino bielorusso verrà da noi. C’è una questione di rispetto e una di coerenza. Le coerenze sono sempre dure, come dura è la politica e la vicenda internazionale. 

 

E’ vero che sia il Governo bielorusso che quello italiano non intendono chiudere le relazioni sulle Solidarietà ai bambini, ed è vero che vi è ancora la volontà di riaprire un dialogo e un confronto per il futuro delle accoglienze e della cooperazione in Belarus e in Italia. Non è affatto vero che questo grave momento di impasse voglia dire la fine di tutto. La Politica Internazionale è questione complessa, tocca trasversalmente interessi e valori che il tempo aiuta a chiarire. E su questo il nostro impegno è e sarà massimo perché da questa brutta vicenda se ne esca tutti migliori.

 Ma dobbiamo avere oggi con onestà, e con amarezza, ammettere che i veri perdenti di questa vicenda sono i piccoli Bielorussi. Che non sono quelli spesso descritti da mass media alla ricerca degli scoop e neppure quelli  invischiati da famiglie ladri di bambini o dissacratori delle loro identità. La loro esperienza italiana è nettamente migliore del caso Cogoleto e dei troppi pregiudizi che sia in Italia che in Belarus si sono coltivati.Hanno perso i bambini, i loro diritti alla salute e ad un’esperienza sociale ed affettiva che li aiuti a crescere meglio nella loro patria. A loro, al loro Natale  deluso dalle attese della partenza và il nostro principale pensiero. Per loro dobbiamo agire subito con azioni che portino loro l’affetto e la simpatia dall’Italia, perché non credano che li abbiamo traditi, per loro continueremo ad agire per il futuro. E’ giunta però il momento di fare il punto, anche  politico, sull’intera vicenda, al fine di evitare equivoci e incomprensioni, per costruire unità tra le Associazioni e maggiore chiarezza verso le politiche nazionali e internazionali. E’ da tempo che la questione “accoglienze” è sotto il mirino di molte polemiche, in Belarus anche di carattere politico interno, in Italia spesso per poca conoscenza.

L’AVIB è nata non per difendere le accoglienze purchessia ma per qualificarle, per determinare regole e comportamenti  sempre migliori nell’interesse dei minori. Su questo abbiamo fatto molto, da un codice deontologico ad accordi con il Dipartimento degli Aiuti Umanitari bielorusso, a coltivare continui rapporti con le autorità. Il nostro livello di serietà e correttezza è netto e non può un singolo “caso anomalo” ricadere sull’interno movimento solidale. In uno stato di diritto le responsabilità sono sempre individuali, mai collettive. Ci impegniamo da sempre, con umiltà e dedizione, a trattare e a ragionare intorno alle accoglienze e cooperazioni bilaterali condivise: non per nulla rappresentiamo il maggior partner mondiale di volontariato con la Belarus, da cui riceviamo costanti apprezzamenti.Siamo, insomma, un partner affidabile, più di quanto le ultime vicende di turbolenza politica sembrino suggerire.  Per questo possiamo affermare che la Solidarietà verso i bambini non può essere trattata come merce di scambio per questioni doganali: deve, anzi, favorire il dialogo tra i Popoli e le Nazioni. Noi amiamo i bambini e il popolo bielorusso, verso cui nulla, se non l’amore gratuito, ci ha finora mosso.

Non abbiamo alcun interesse, nè politico né personale. Anche la famosa questione delle “adozioni” è mal posta e confonde, senza volerlo, l’intensità e la correttezza del nostro lavoro. Le domande di adozioni, un’infinitesima parte dell’ accoglienza, sono più una risposta alle difficoltà bielorusse di trovare alternative agli orfanotrofi che un chissà quale “furto di bambini”. Avvengono tutte secondo l’Accordo dell’Aia, che mette al centro i diritti dei bambini ad avere una famiglia, non solo una patria. Siamo favorevoli ad accordi anche più miti, tra cui gli affidi internazionali, ma altrettanto operiamo con azioni di solidarietà ad aiutare la Belarus a superare gli Internat per forme psicologicamente e socialmente più valide di sviluppo, ad esempio con case famiglia e simili. Ma qui sta alla Belarus avere una sua politica della famiglia più coerente, alla quale noi diamo da sempre un contributo disinteressato. Smettendola, quindi, di confondere le accoglienze con le adozioni. Troviamo però disdicevole e ingiusto il “cuore” della polemica nata con la questione dei soggiorni nelle strutture. In Italia, come in tanta pate d’Europa, l’ accoglienza dei bambini bielorussi avviene con la forma “dell’accoglienza in famiglie”, come forma di umanizzazione e serenità di soggiorni che non hanno solo l’esigenza della salute fisica, ma anche di quella psicologica, sociale, educativa. Famiglie “a tempo” senza nessun ricatto, sulle quali la nostra Federazione lavora per qualificare la scelta e la formazione.

Ma famiglie come valore universale, che non ha nulla  a che vedere con istituti o “colonie” senza dimensione individuale e vera affettività.Le famiglie italiane non hanno nulla da invidiare a quelle tedesche, che oggi invece accolgono a Natale i bambini bielorussi, anzi la nostra tradizione educativa è di gran lunga la più serena, solare, aperta: ne fa fede il fatto che noi siamo gli unici a non fermarci alle accoglienze, ma sviluppiamo parallelamente un cospicui interventi di Solidarietà in Belarus tutto l’anno.La sfida è culturale e sociale, per convincere sul valore di questa forma di Solidarietà che ha grande valore per de-istituzionalizzare gli aiuti ai bambini, insegna al nostro paese forme miti di affido e alla Belarus crea rapporti di amicizia gratuita che nessun altro paese europeo offre.

Per questo consideriamo fuori misura la decisione bielorussa di bloccare i bambini degli orfanotrofi, sappiamo che questa scelta non è del tutto condivisa nell’opinione pubblica di quel paese e nel loro dibattito politico. Sappiamo che le questioni nazionali e di difficile vicinato con la Comunità europea e con la Russia (vedi le ultime vicende sul gas) rischiano di autoisolare la Belarus e a farne pagare al suo popolo le conseguenze. Noi operiamo affinché ciò non accada, senza alcuna voce politica se non quella della vera Solidarietà a favore del futuro del mondo, i bambini. La Belarus ha in noi dei veri amici, non ladri di bambini né fomentatori di consumismo, né  cerchiamo di condizionare scelte politiche interne e crediamo nell’amicizia, non nell’isolamento. Ma vorremmo anche ribadire all’Italia che il nostro volontariato non è fatto di “casi anomali” né merita scoop o demagogiche geremiadi sui drammi dei bambini.

I bambini in Belarus non sono maltrattati, ma le condizioni economiche e sociali di quel paese non rendono ora possibile a tutti un positivo sviluppo educativo, fisico e sociale: non diamo adito ad esagerazioni. Noi siamo dalla parte dei bambini, di quelli poveri, di quelli a rischio radiazioni, di quelli che non avrebbero alternative, di quelli cui pensiamo poter offrire spicchi di futuro migliore. In queste ore troppe voci ancora girano, soprattutto nel mondo delle Associazioni, se sia stato o no un bene la posizione del Ministro Ferrero secondo un brutto slogan che si è inventato del “O tutti o nessuno”.

Ci siamo trovati davanti ad un drammatico ed assurdo dilemma, che non dovevamo comunque sciogliere noi, perché per noi c’è un unico obiettivo sensato: “Tutti, e basta!”. Qualsiasi altra decisione sarebbe stata una sconfitta dei bambini, di tutti se non altro per il valore morale universale infranto della Solidarietà. Le Associazioni, come è umanamente comprensibile, si sono spaccate su questa scelta, e si sono trovate a dover fare un mestiere che non è il loro, quello della tattica e della convenienza, non solamente quello della Solidarietà. Ciò che è accaduto è umano ma è anche improprio, ed è paradossale che oggi su questo nodo  le Associazioni continuino a litigare tra di loro, perché unico  per tutti deve rimanere l’obiettivo; altrimenti assisteremmo solamente a una gara egoistica per più fortunati. 

Io stesso ammetto che ho dovuto riflettere sulla soluzione più “conveniente”  per questa fase, ma mi sono reso conto che non toccava comunque a noi decidere, mentre invece è nostro dovere oggi unire, non dividere.La decisione del Ministro Ferrero: politicamente chiara, purtroppo non è coerente con lo spirito del Volontariato, che non deve farsi mai condizionare da situazioni anche internazionali contingenti, anche se rappresenta un atto politico da cui dobbiamo necessariamente ripartire. Ci troviamo oggi, purtroppo di fronte a due decisioni forti (quella italiana e quella bielorussa) che sono anche decisioni deboli, certamente deboli per i nostri bambini. Ma siamo alla pari, cercando di avere con la Belarus rapporti più franchi e seri, per evitare qualsiasi pettegolezzo di un “interesse” (chissà quale) degli italiani ad accogliere i bambini, e trovare invece gli “interessi/diritti” dei bambini che deve interessare in egual modo il Governo bielorusso e quello italiano. 

Chiediamo quindi quanto prima ai due Governi di riprendere le relazioni, senza alcun pregiudizio ma con maggior rispetto reciproco e attenzione ai diritti dei bambini. Ma non ci possiamo fermare qui.

Dobbiamo uscire dalla nostra amarezza con il massimo di unità e comprensione reciproca, pensando esclusivamente ai piccoli bielorussi e alla loro sconfitta di Natale. Mai come in questo momento AVIB si sente impegnata in ogni modo per lottare a favore dei diritti dei bambini, in tutte i modi possibili.In quest’ultimo mese abbiamo preferito assumere un operoso basso profilo, per lasciare spazio alla diplomazia ed evitare chiassi ulteriori e non dare adito al pettegolezzo massmediatico dello scorso settembre. Ma ora è imperativo manifestare il nostro sentire e tutta la nostra amarezza, innalzando il livello della nostra lotta, a partire da manifestazioni che quanto meno mandino ai bambini bielorussi segnali che li amiamo, che non li abbiamo abbandonati, che lavoriamo ancora per loro.

Per queste ragioni:

  1. potremmo chiedere agli italiani, a tutti gli italiani, di mettere una o più candele alle finestre la notte della vigilia di Natale, esattamente come abbiamo fatto in solidarietà ai fatti di Beslan, come segno di luce e di solidarietà verso i bambini bielorussi. Vorremmo una notte di luce amichevole di cui parli il paese e l’Europa e che tutte le Associazioni ne facciano un segno diffuso e visibile di lotta non violenta e di pace, affinché tutti, ripeto tutti i bambini bielorussi possano tornare alle nostre accoglienze, con regole sempre più chiare e condivise;
  2. potremmo chiedere agli italiani, a tutti gli italiani, di inviare pacchi dono con dolci e libri agli orfanotrofi e ai villaggi che seguiamo. Ogni Associazione d’Italia può aiutare, con indirizzi mirati e l’organizzazione dell’invio, alla realizzazione di questa “catena natalizia dell’amicizia” che costa poco ed ha un effetto visibile in ogni orfanotrofio o casa bielorussa;
  3. vorremmo chiedere agli italiani, a tutti gli italiani, di inondare di e.mail e di lettere le autorità di governo e diplomatiche sia in Italia che in Belarus, per smuovere le coscienze e far sentire che non siamo solo noi, Associazioni direttamente coinvolte, ad amare i bambini bielorussi.

Ma ciò evidentemente non basta.Chiediamo quindi con tutte le nostre forze l’ISTITUZIONE DI UNO SNELLO TAVOLO DI LAVORO PERMANENTE, con valenza tecnica e politica, per risolvere le gravi problematiche contingenti e per SEMPLIFICARE e non complicare le procedure, AGEVOLARE e non osteggiare l’attività di volontariato. La nostra richiesta è semplice: auspichiamo dal Ministro Ferrero un immediato e totale impegno ai massimi livelli per rendere possibile la nostra attività, così come lo chiediamo alle competenti autorità bielorusse.Le dirompenti decisioni di questi giorni, che possono far seguito a scelte Politiche Internazionali a noi non del tutto chiare, hanno generato un profondo malessere all’interno del Volontariato italiano e nella società bielorussa, tali da minare la coesione e il pluriennale lavoro del movimento. 

Essenziale per noi, quindi, addivenire ad una seria e decisa reimpostazione delle relazioni tra i due Paesi, nella speranza che la politica accompagni il fragile edificio del volontariato senza scuoterne le fondamenta o disorientarlo con le proprie dure, spietate e a volte incomprensibili regole, augurandomi che tutti noi, nel prossimo futuro, si possa ritrovare la serenità perduta.Per quanto sarà possibile, usando una frase troppo abusata in questi giorni, “con la morte nel cuore” auguro Buon Natale a tutti. 

Parma, 16/12/2006

 

Il presidente AVIB - Antonio Bianchi





Salva articolo su SalvaSiti.com!Figo: lo DIGO!Reddit!Del.icio.us!Google!Live!Technorati!Yahoo!
< Precedente   Prossimo >

 

Advertisement
Articoli più letti

 

Ricerca personalizzata